Smorzare: 1. region. Spegnere: s. il fuoco, le fiamme; s. la luce; s. la calce; fig., estinguere, far passare: s. la sete, l’ira.
2. Attenuare, far diminuire di forza o d’intensità; fig., s. gli eccessivi entusiasmi.
A certi appuntamenti bisogna arrivare pronti, se non si è pronti è bene giocare a nascondino con il destino, temporeggiare, far finta di nulla, procrastinare, attendere.
L’attesa non è uno stato di immobilità, si nasconde dietro tempi lunghi, lenti, talvolta apatici, è ricca di pause e domande, ci sposta dal flusso normale della vita e ci isola, ci riempe di silenzi ed è ricca.
Nel corso della vita sperimentiamo diversi tipi di attesa, dalla lunghezza e intensità variabile, ho avuto il privilegio di rimanere in attesa di Martino per 9 mesi e sono rimasta in attesa altri 12 mesi per preparaci a non essere più una sola cosa.
Questi mesi sono volati e sono durati tantissimo, mi sono sentita lontana dal tempo, in perenne rincorsa, ogni giorno è durato una vita e ho creduto di essere seduta, ferma ad osservare il mondo che diventava ogni giorno più piccolo.
Ad un certo punto ho capito che il tempo dell’attesa era finito, ho guardato i mesi trascorsi e li ho trovati pieni di bellezza, farciti di emozioni e inequivocabilmente pieni di vita, traboccanti di creatività.
Così venerdì sono andata all’Associazione Commercianti della mia città con molte domande, con alcune consapevolezze e piena di speranze.
Ho raccontato senza filtri la mia idea di cucina errante con convinzione e senza esitazione, sapendo esattamente cosa volevo fare. Ho detto che avevo avuto una buona idea e che cercavo qualcuno che mi dicesse come renderla fattibile rispettando le regole fiscali e sanitarie.
Ci sono questioni da risolvere, problemi che non avevo immaginato, difficoltà burocratiche da superare. Se fossi andata qualche mese fa a questo appuntamento ne sarei uscita distrutta, pronta a lasciare perdere tutto.
Invece, questa volta ho detto: “dobbiamo trovare una soluzione, rendiamo questo progetto fattibile, io ci credo.”
Avevo trovato un laboratorio di cucina in coworking ma l’Asl non contempla questa possibilità, poco male, troverò un’altra strada.
Il mio sogno ha radici profonde mi appartiene e sono pronta a fare in modo che diventi il mio bellissimo albero, non sarà il vento a smorzare il mio entusiasmo.
Quanto profonde sono le tue radici? Se non sono ancora profonde abbastanza rendi l’attesa un momento privilegiato della tua esistenza, coltivala e poi parti.
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I love you
Ciao!
Sono capitata qui per caso e leggo queste tue parole…
Pensa che è anche un mio sogno nel cassetto…sepolto sotto quintali di scartoffie, polvere e paure!
Chissà se prima o poi vedrà la luce…
Intanto ti abbraccio e ti mando i miei più sinceri auguri perchè ti vedo, decisamente, a buon punto!!!! :)
Ciao! i sogni vedono sempre la luce, magari in una forma di versa ma escono dai cassetti e respirano. Io sono a buon punto un giorno e l’altro faccio mille passi indietro, ma cerco di resistere! In bocca al lupo anche a te!