Con giubilo e gaudio vado a presentarvi la nuova rubrica settimanale di cucina precaria. Una rubrica con un nome veramente poco originale ma ricca di simpatia!
Veg-anna
Veganna sarà un appuntamento fisso, il mercoledì il blog apre le porte alla cucina vegana e lo fa servendosi di una meravigliosa ragazza, amica, vegana, Anna Enne (per chi mi segue su Instagram, era la ragazza dietro il salame dolce vegano).
Io non sono vegana, neanche vegetariana ma sono madre e due domande due sull’alimentazione di Martino me le sono dovuta fare, per i suoi primi 12 mesi infatti Martino è stato completamente vegano, poi sono arrivati i nonni e abbiamo perso il controllo.
Amo mangiare di tutto ma capita che io rimanga senza uova e senza burro e senza salsiccia in casa, così mi sento subito vegana e mi metto all’opera cercando di portare in tavola qualcosa di commestibile. In effetti è più facile di quello che sembra.
Però sono anni che sul blog parlo da sola e avevo voglia di qualcuno che portasse una ventata di freschezza e allora ho pensato ad Anna che è scema quanto me, mi fa riderissimo ed è una di quelle che se inviti a cena porta qualcosa di buonissimo per tutti.
La rubrica è tutta sua, quindi per lamentele e complimenti vi rivolgerete a lei, io la ospito con gioia e invito tutti voi, vegani e non a provare le sue ricette perchè non fanno sentire la mancanza di nulla.
Lascio la parola a lei che tra le altre cose si esprime magnificamente:
Anna Enne, classe 1986, da sempre e per sempre precaria inside. Nella vita mi porto appresso il fardello di artista mancata, io che volevo prima dipingere,poi cantare, poi fare circo, poi vivere di poesie e racconti. Io che nella mia fantasia ho sempre avuto una vita parallela a quella che conducevo. Sì, perchè nella realtà non ho fatto l’artista, ho studiato e lavorato in tutt’altro campo e con fatica e dedizione sono entrata in una zona di comfort chiamata posto fisso. A volte ho pensato che forse era stato meglio così. E invece ad un certo punto qualcosa mi ha fatta vacillare, mi è sembrato di aver rinunciato a tutti i miei sogni, e così ho deciso di lasciare il porto sicuro e navigare in acque inesplorate. La precarietà è uno stato d’animo.
Una scelta fatta di pancia e portata avanti con determinazione, però, nella mia vita c’è stata. Una scelta per nulla precaria, che si è consolidata negli anni e non è mai stata messa in discussione. E’ avvenuta poco meno di sei anni fa, dopo aver letto il libro “Se niente importa” di J.S.Foer. Ho smesso di mangiare gli animali. E’ stato in quel momento che ho scoperto dove era finita la mia creatività. Dovendomi ingegnare per mangiare qualcosa che non fosse la fettina panata , ho iniziato a sperimentare in cucina, scoprendo che anche senza pennelli, microfono, palline o carta e penna potevo divertirmi tantissimo e comunicare qualcosa. Da un paio d’anni poi, per motivi più dietetici che etici, ho scelto di eliminare dalla mia cucina anche i prodotti di origine animale (latticini, uova e miele). Nella “limitazione” ho scoperto che in realtà esistono molti più cibi di quanti pensassi e così passo le mie giornate a cercare di creare qualcosa di nuovo, poi invito gli amici, li coccolo curando ogni dettaglio in maniera maniacale da vera Ariete ascendente Vergine e mi sento incredibile felice. Inutile dirvi a questo punto, che mi piacerebbe tanto questa passione culinaria, questo “talento che ho per le mani” come qualcuno lo chiama, potesse diventare il mio nuovo lavoro.
La Rubrica Veg-Anna
Se dovessi scrivere un post su cosa significhi essere vegani mi infilerei in un ginepraio da cui poi, sono certa, non riuscirei ad uscire. Dovrei parlare dei millanta luoghi comuni sui vegani (tipo che si nutrono di insalate e bolle di azoto assunte tramite lunghi respiri sazianti), dovrei scrivere qualcosa di didattico sul bilanciamento tra zuccheri, proteine e grassi (senza peraltro averne le competenze), dovrei spiegarvi le mille ragioni per cui veg is better. Ma non me ne viene nulla in tasca, dunque non lo farò.
Il senso di questa rubrica è tutt’altro. Il senso di questa rubrica è: proviamoci. Proviamo, una volta alla settimana, ad assaggiare qualcosa di diverso, un prodotto nuovo con cui non saprei proprio che farci, una verdura di stagione che mi è sulle croste e mi serve una ricetta nuova per finirla, una cosa che costi poco e sia di qualità, una robina che possa offrire anche alla mia amica intollerante ai latticini, a quell’amico vegetariano, alla collega perennemente a dieta, al compagno che schifa le uova. Nulla di pretenzioso, insomma, e tutto in pieno stile cucina precaria.
Giulia Scarpaleggia says
Bella rubrica, e bella presentazione!
Da non vegana onnivora vi seguirò con molta attenzione e curiosità, e proverò volentieri!
Anna Buganè says
Ehy Juls! Non diventerò mai vegana (credo) ma sto scoprendo degli ingredienti e dei piatti che non hanno nulla da invidiare alla cucina onnivora! Per me c’è spazio per tutto, anche per il tofu!