Ho provato a mettermi nei panni di mia nonna che ha 86 anni, usa il computer e ogni tanto mi legge, è stata maestra ed è donna molto precisa, ho pensato a lei dopo aver riletto il titolo di questo post, e l’ho immaginata perplessa riguardo al contenuto delle prossime righe.
Voglio raccontarvi la mia esperienza a Vercelli, come se la raccontassi a mia nonna, al ritorno da una gita, per farle e farvi capire dove sono stata, cosa ho fatto e perché mi è piaciuto tanto vedere le risaie e magari raccontarvi degli aironi che se n’erano andati e adesso stanno tornando.
Il 26 e il 27 aprile ho avuto la fortuna di poter partecipare (grazie ai miei pancakes di farina di riso nero) alla prima Vercelli Rice Experience insieme a bloggers e giornalisti, una due giorni dedicata al riso e alla terra che lo ospita, un progetto de Gli Aironi, organizzato (magistralmente) da Torino By Gnam, un programma fitto fitto di impegni:
- ci siamo salutati
- abbiamo ricevuto una busta nera contenente 10 euro
- siamo andati al mercato di Vercelli e fatto la spesa
- arrivati a Casa Verdi si è spadellato con gioia tutti insieme con gli ingredienti acquistati e i prodotti de Gli Aironi
- io ho cucinato una polenta di farina di riso nero con crema di piselli e moscardini croccanti
- si è degustato e mangiato quello che avevamo preparato
- gita allo store multimarca dedicato al riso
- visita del centro di Vercelli e visita della Chiesa di Sant’Andrea
- cena all’hotel Cinzia dai fratelli Costardi
- nanna
- mini tour attraverso l’Abazia di Lucedio, il Parco della Partecipanza, il Mulino San Giovanni, il Canale Cavour
- merenda felice in Cascina Oschiena
- safari nelle risaie organizzato da Terre Riflesse
- saluti e baci
Questo quello che abbiamo fatto a grandi linee, ma è proprio quello che è successo tra queste linee che ha reso questi giorni così speciali e buona parte dell’atmosfera magica è stata creata proprio dal riso.
Il riso infatti è un elemento che presenta un forte carico di simboli, la sua storia è misteriosa e antica come quella del pane, è un alimento legato alla prosperità, alla fecondità alla vita e all’abbondanza, le sue origini non sono precise e questo ha fatto pensare che il riso sia un dono.
Il riso è strettamente legato all’acqua, elemento indispensabile per la sua coltivazione, in quanto protettrice del seme; ed è proprio la risorsa acqua da cui è nata l’opera più importante, il Canale Cavour con l’Associazione d’Irrigazione Ovest Sesia.
L’Associazione Ovest Sesia nasce a metà del XIX secolo, si iniziativa di Camillo Benso Conte di Cavour, per porre rimedio al disordine irriguo in Piemonte; la molteplicità delle gestioni e la mancanza di coordinamento determinavano forti sprechi della ricchezza idrica e impedivano un’organico sviluppo dell’agricoltura.
In parole povere si era capito che per guadagnare tutti bisognava mettersi insieme!
L’Associazione è oggi un consorzio di irrigazione e bonifica, dispone di tutte le acque necessarie per alimentare il proprio sistema irriguo derivante dai fiumi Dora Baltea, Sesia e Po.
Il Canale Cavour nasce da un’intuizione di Francesco Rossi che con i suoi rilievi dimostrò che la Pianura Padana non era piatta come sembrava (anche io sono rimasta stupita) ma che in realtà si trattava di un piano inclinato che degrada dolcemente!
Il progettista di questa opera immensa fu l’Ing. Noè (a volte il destino), un progetto che venne realizzato in soli 3 anni dal 1863 al 1866!
Acqua, riso, felici intuizioni e grandi opere, un forte e rinnovato spirito di collaborazione e associazionismo hanno dato un impulso forte e marcato allo sviluppo della zone del riso.
Storie affascinanti, fatte di sogni ambiziosi e passione, una magia che si racchiude in un chicco, quello di riso che prima di arrivare nel nostro piatto ha fatto un percorso lungo la storia dell’umanità :-)
Tra tutto questo riso ci sono gli Aironi, quelli che volano (per un periodo se ne sono volati via, ma adesso, complice una terra più accogliente, stanno tornando) e l’azienda che lavora e investe in questo chicchetto, un’azienda fatta di persone speciali che hanno profuso in questa due giorni tutto l’amore a la passione per il proprio lavoro.
Parlare di riso è come parlare di pane, di acqua, di aria e di amore, le parole arrivano fino ad un certo punto, per fortuna ogni tanto ci sono le immagini che raccontano per noi…
Grazie a Gli Aironi per questa bella avventura, a Diego e Maurizio di Torino By Gnam per la magia, a Silvia Pastore il suo compare e Daniel per aver catturato con maestria ogni istante e non ultimi ai compagni di viaggio,
Dario Ujetto says
Sono testimone che la polenta di CucinaPrecaria era ottima!
Anna Buganè says
testimonio anche io…anche se forse sono di parte :-)
Manuela says
Anch’io ne sono testimone!Polenta buonissima.
E poi devo ringraziare gli Aironi coi piedi per terra se ti ho conosciuta :)
Anna Buganè says
Pure io!che felice e magico incontro il nostro!
non vedo l’ora di rivederti :-)
luca vola says
trovo affascinante e estremamente intelligente il fatto che alcuni food bloggers stanno cominciando a guardarsi attorno e descrivere da dove vengono i prodotti utilizzati per cucinare. questo tipo di approccio mi piace molto perchè potrebbe aiutare a creare un forte legame tra produttori e consumatori cercando di bypassare almeno in parte la grossa distribuzione. è un gesto doveroso da parte dei consumatori rendersi conto che l’insalata non viene dagli scaffali del supermercato ma dalla TERRA.. e una vendita diretta dei propri prodotti potrebbe aiutare l’agricoltore, guadagnando un pò di più, a lavorare meglio e in modo più responsabile! mi sanguina il cuore (cuore di terra, mutuando un espressione di davide lajolo) al pensiero di tutti gli ettari che quotidianamente vengono irremediabilmente cementificati. credo però che se una nuova generazione di agricoltori responsabili comunica e collabora con i consumatori e bravissimi food blogger come te contribuiscono a sensibilizzare le persone.. bè allora forse non necessariamente siamo destinati alla massificazione e alla monocultura agricola ma si può davvero cominciare a pensare e costruire qualcosa di diverso!
katia says
ma solo io non lo posso testimoniare??? accidenti ho fritto e mi sono persa un sacco di cose buone!
cara Anna, non dimenticherò, quando ero nervosa e agitata, il tuo volto sereno e tu che mi dici: “non cucini tutti i giorni a casa? fai finta che sia lo stesso e tutto andrà bene!” sei stata una bella scoperta! un bacio a te e uno a ninailcane :))
Anna Buganè says
Katia!tu ci hai sfamati tutti! altro che la mia polentina, tu hai messo su una friggitoria! quanta bontà…
è stato bello poterti incoraggiare e conoscerti..un bacio da me e una zampa da #ninailcane!