Come si fa a tenere insieme tutti i pezzi?
Ho letto un post, che ho trovato bellissimo, mi ha folgorato la caparbietà, la voglia di andare a prendersi il bello della vita anche di fronte a qualche intoppo e allora l’ho chiesto a Roberta, una donna, freelance, mamma, blogger, produttrice instancabile di torte e dolci, e quello che mi ha detto mi è piaciuto moltissimo, perchè non mi ha dato nessuna soluzione ma le sue parole sono state un’iniezione di entusiasmo.
Roberta è stata generosa nel rispondere con sincerità alle mie domande, è una donna raggiante, una donna in cammino, Roberta guarda al futuro e se lo porta persino in fascia.
Roberta non se la racconta e non ce la racconta, va avanti e si mette in gioco, lo fa con determinazione, convivendo con la paura e non negando le difficoltà. Il suo racconto, la sua vita mi sono sembrati un esempio autentico di come è bello e faticoso il cammino per raggiungere se stessi, attraverso il lavoro, la maternità, l’affermazione dell’individuo.
Roberta è una donna bellissima che ho avuto la fortuna di incrociare e la sua storia volevo proprio raccontarvela.
Roberta, presentati.
Roberta Zantedeschi all’anagrafe ma Roby per tutti.
Da dove comincio? Facciamo che saltiamo i dati anagrafici e semplicemente parliamo di: giovane -giovane a mio insindacabile giudizio naturalmente- donna, mamma -chi l’avrebbe mai detto- da pochi mesi,freelance -chi se lo sarebbe mai immaginato- da un anno, foodblogger -per scommessa personale- alle prime armi, appassionata -da sempre- di montagna.
Entusiasta e sempre in movimento, spesso esagerata, a volte contraddittoria… la mia più grande paura è la noia, odio aspettare e non aver niente da fare, sono un’eterna impaziente e un’inguaribile organizzatrice di cene. Sotto stress impasto torte… o meglio sotto stress impasto PIU’ torte ;-)
Sei nata freelance o lo sei diventata?
Lo sono diventata: ho lavorato 10 anni come dipendente in due realtà diverse, prima in ambito consulenziale (Ricerca, selezione e formazione del personale) e poi in azienda (resp.le del personale, assistente del titolare e resp.le mktg ed eventi… la bellezza delle imprese del nord est è che si fa un po’ di tutto!)
Ad un certo punto la rottura (interna) e la decisione/necessità di affrontare nuove sfide e di impegnarmi in qualcosa che mi assomigliasse di più sia nella sostanza che nella forma… mi sono buttata e mai scelta fu più felice! Mi definisco una povera-ma-felice-freelance. Godo nel non avere UN ufficio ma almeno 10 sparsi nella provincia, mi piace talvolta lavorare al bar (e giuro che lavoro), la mattina parto presto e la sera rientro più tardi di quando lavoravo in azienda ma mi piace così, collaboro con persone e professionisti straordinari, mi muovo anche fuori regione e faccio cose tra loro molto diverse e appassionanti.
Sono tornata al mio primo amore, la Ricerca e selezione di personale, ma lavoro sempre di più (con mia grande gioia) anche nell’ambito della formazione con Paka Rangi e, per alcuni piccoli ma preziosi clienti, mi diverto anche a supportarli nell’attività di comunicazione e organizzazione eventi… sì insomma il mio lavoro è un po’ come il mio blog: una Ratatouille colorata e saporita, e io non vorrei niente di diverso. Lo ammetto, non è sempre facile e soprattutto non è il lavoro più remunerativo del mondo ma ne vale la pena, baratto volentieri parte del mio vecchio salario con la soddisfazione e la gioia di fare quello che più mi piace.
Paka Rangi cosa è, come è nato, di cosa si occupa?
Paka Rangi è principalmente un contenitore di attività formative e di orientamento professionale. Si rivolge ai privati e alle imprese ed è caratterizzato dall’uso di un metodo e di uno strumento chiamato Insights Discovery. Nasce perchè volevo un’identità più ampia, da condividere con un collega, anche lui freelance, Andrea Pozzan. Con lui abbiamoi una missione (che non è la pace nel mondo ma un po’ sì): riuscire a trasmettere un nuovo approccio al lavoro, inteso non più come un “male necessario” bensì come una preziosa occasione di crescita e di sviluppo personale. Operiamo perciò nell’ambito delle cosidette soft-skills e siamo felici di riscontrare sempre più attenzione da parte degli imprenditori che hanno capito (o stanno capendo) che il tesoro più grande di un’azienda sono i collaboratori.
Hai un nuovo collega di lavoro nel tu ufficio volante, Ettore, io a volte non riesco a fare una passeggiata lunga con #ninailcane tu come fai?
Ettore… (e adesso mi sciolgo!) Ettore è l’amore della mia (nostra) vita. Per ora mi segue ovunque (santa fascia!), più avanti vedremo… io soffro di miopia esistenziale (cit. Bencivelli), significa che non riesco a vedere più avanti di qualche mese, di conseguenza non ho la più pallida idea di cosa/come farò quando Ettore sarà più grande, probabilmente mi ingegnerò e probabilmente imparerò a chiedere aiuto. La vita di una mamma freelance non è delle più agevoli però mi reputo fortunata: il mio lavoro mi permette di organizzarmi, di lavorare un po’ ovunque e di stabilire i miei tempi (povera sì, martire no!). Già ora un giorno la settimana lavoro da casa di mia mamma (l’ufficio con il nido integrato dico io). Gli altri uffici in cui lavoro accolgono senza difficoltà anche Ettore e anche alcuni clienti non hanno alcun problema ad avermi lì con la fascia. Continuo a divertirmi tanto, non riesco a pensarmi diversamente perchè, come dice ancora Silvia Bencivelli, anch’io sono un po’ “dipendente dal mio lavoro indipendente” ed Ettore mi sta spronando a trovare modalità e forme differenti… un nuovo equilibrio, ancora una volta precario peraltro visto che giorno dopo giorno le esigenze del popo cambiano ;-)
Ci sono giorni più facili e giorni più difficili… nei giorni difficili ci diamo alla cucina così ne beneficiano l’umore e anche il blog ;-)
Cosa serve per essere free lance?
Domanda difficilissima….
Serve innanzitutto saper fare qualcosa, brutalmente serve avere qualcosa da mettere sul mercato, una professionalità da spendere. E poi bisogna sapersi vendere.
A monte servono anche coraggio, entusiasmo, flessibilità e un minimo di capacità di auto-organizzazione. Purtroppo per la maggior parte dei lavori da freelance serve anche avere le spalle un po’ coperte, almeno all’inizio… il mercato è assurdamente concorrenziale e spesso “inquinato” da chi svende e quindi svaluta il proprio (e il mio) lavoro. In un momento economico come questo non è facile viverci e raggiungere la piena indipendenza: io senza l’approvazione e l’appoggio del mio compagno, non avrei potuto fare questo salto. Però sono fiduciosa… non accumulerò i milioni (non mi interessa) ma riuscirò a mantenermi, è la mia scommessa ed il mio obiettivo. Infine mi sento di dire che per essere freelance serve non aver paura del precariato ma viverlo anzi come un’opportunità: precarietà nel nostro mondo significa darsi da fare ogni giorno per trovare lavori, progetti, incarichi nuovi… ma è questo che ci piace, che ci motiva, che da senso alla nostra condizione professionale. Al contrario rischieremmo di annoiarci… al posto fisso io ho rinunciato e non lo voglio, a volte vorrei qualche tutela in più (soprattutto adesso che sono mamma) e qualche tassa in meno ma sono una precaria per scelta e ne sono fiera!
In un mondo del lavoro incomprensibile e saturo, come si può emergere, quali atti il singolo individuo può mettere in pratica per seguire la propria strada.
Il primo passo è conoscersi, conoscere le proprie predisposizioni, i propri “talenti” ed ascoltarsi, con fiducia… l’ideale sarebbe affrontare questa analisi prima delle scelte scolastiche che determineranno gli sbocchi lavorativi (ma la vita è bella anche perchè ti offre sempre una possibilità di redenzione) ;-)
Poi è importante, a mio parere, riuscire a vivere il lavoro come un’opportunità, come una delle più belle possibilità di crescita e di auto-realizzazione che ci viene data (e a volte non ci viene data e quindi dobbiamo cercarla o addirittura crearla ma fa tutto parte del gioco e di un mondo che cambia).
Più concretamente oggi come oggi conta la rete di relazioni che ciascuno è in grado di costruire, alimentare e curare, il famoso network, conta saper collaborare, non essere gelosi del proprio sapere, condividerlo anzi e trovare forme nuove di sinergia, con tanta flessibilità e apertura mentale.Infine suggerisco di adottare lo “scambio abbondante”: lavorare offrendo un “+x”, un qualcosa di più, non richiesto e non previsto che però fa la differenza e ti rende unico o quantomeno diverso.Insomma bisogna un po’ osare!
Elisa - FoodFreestyle says
Conosco benissimo Roberta, è un’iniezione inesauribile di energia e positività! Quelle persone da cui c’è sempre da imparare e con cui ti senti sempre a tuo agio! Le voglio un sacco di bene…e grazie un po’ anche a lei sto imparando a gestire la mia vita da freelance (senza figli), che è solo un modo più fighetto per dire “precario per scelta”…
Complimenti per il tuo blog, davvero carino! Elisa