Alle 16.30 dell’8 settembre del 2014 si rompevano le acque e iniziava ufficialmente l’ultimo e intenso tratto di strada per avere finalmente Martino tra le braccia.
Dopo le emozioni iniziali legate al comprendere che da li a poche ore sarebbe arrivato Martino ho avuto alcuni pensieri: mettere a posto casa perchè sarebbe arrivata gente (le ostetriche), preparare la stanza per il parto e respirare. Un solo, assordante pensiero mi ha reso felice, intensamente e meravigliosamente felice, ho realizzato che in qualche ora avrei potuto mangiare il salame crudo.
Una foodie è foodie sempre, nel bel mezzo dei preparativi del parto il mio unico e grande problema era l’assenza di salumi crudi nel frigo, senza pensarci molto ho mandato il mio fido compagno di merende a svaligiare la salumeria. Mi sono sentita subito rassicurata, sapevo che per quanto difficoltoso, lungo e doloroso potesse essere il parto, dopo avrei goduto della ricompensa eterna, non avere Martino tra le braccia ma il salame. Madre 0 – Foodie 1
In gravidanza è necessario mangiare bene, quasi doveroso. Prima del parto, se si ha fame, sarebbe meglio mangiare qualcosa di sano e altamente energetico. Visto che le contrazioni non erano ancora partite e la fame non mi è mai passata ho avuto bisogno di un’abbondante cena. Ho mandato il compagno di merende a derubare Burger King, mi è sembrata l’unica cosa sensata da fare nella vita. Madre 0 – Foodie 2
In attesa dell’arrivo delle ostetriche abbiamo preparato il salotto, luci soffuse, musiche, fotografie, profumi, tutto pronto per accogliere al meglio Martino. Abbiamo ovviamente sbagliato dei calcoli e ci siamo dovuti trasferire al piano di sotto, in cucina. Martino è nato in cucina. Madre 0 – Foodie 3
Durante il parto ho mangiato pane e Nutella e albicocche secche, bevuto acqua e acqua limone e zucchero e per finire un cappuccino.
Il parto in casa tra le varie meraviglie regala un ricordo unico: il diario del parto, un racconto dettagliato sullo stato di salute di mamma e bimbo ma anche una fotografia di momenti preziosi come questo:
ore 12.06 Anna dice: Senti Martino, va bene tutto, però adesso mi hai rotto. Abbiamo giocato e scherzato, ma io ora voglio mangiare il salame, non ne ho più voglia. Sto qui solo perchè sei Martino, altrimenti me ne sarei già andata. Madre 0 – Foodie 4
Per l’ora di pranzo, da vero barotto, alle 12.31 del 9 settembre è nato Martino.
Alle 15 eravamo sul divano abbracciati, il compagno di merende stava preparando la pasta per tutta la banda, spaghetti con il pomodoro e pesto, io guardavo Martino e mangiavo una fetta gigante di pane, gorgonzola e coppa. Mi è sembrato di toccare il cielo con un dito.
Un anno in cui ho mangiato tantissimo e cucinato pochissimo, l’anno in cui ho nutrito te, piccolo Martino.
Sono stata lontana dal blog, dai fornelli e da tante altre cose, un anno fatto di giorni di solitudine immensa, passati sul divano allattando pensando che la vita fosse tutta da un’altra parte, invece la stavo stringendo a me.
Ho mangiato tanto e male, ci sono stati mesi in cui la Nutella è stata la mia migliore amica (mai mangiata prima), ho abusato di salumi crudi, gorgonzola, verdura e frutta lavati male, ho mangiato i carboidrati dinuovo, tantissimi carboidrati, pasta, pane, pizza, grissini, panini, focaccia.
Già detto pizza? Il pizzaiolo vicino casa mi riconosce dalla voce al telefono e quando mi vede sorride tantissimo, probabilmente gli ho permesso di estinguere il mutuo.
Ho mangiato grazie a chi mi portava cibo a casa, in piedi, a turno, portandoti in fascia e sporcandoti di cibo. Ho benedetto il congelatore pieno e i cibi pronti, i surgelati, il cibo cinese, il kebab e in generale tutto quello che non comportasse il minimo sforza culinario.
Tutta lo sfacelo è durato fino a marzo, verso i 7 mesi e mezzo di Martino, il periodo in cui è cominciato il suo percorso di auto-svezzamento o alimentazione complementare, ho letto tantissimo, libri e libri sull’alimentazione dei bambini, su quella degli adulti, etc e piano piano mi sono riavvicinata ai fornelli.
Dopo questa esperienza altamente formativa di mala alimentaciòn, ho pensato a dei corsi e delle coccole per neo mamme, dedicati ai primi, complicatissimi mesi con un neonato (ve ne parlerò a brevissimo).
Adesso mangio un pochino meno, ma le notti difficili necessitano di colazioni iper-caloriche, cucino di più ma non quanto vorrei, sono in cammino verso la riabilitazione diciamo…
Lo visualizzo questo primo anno di Martino e mi vedo seduta a un tavolo molto grande, spesso da sola, con il piccolo in braccio, se sposto lo sguardo incontro subito quello del compagno di merende che dal quel 9 settembre non ha più smesso di essere stanco e meravigliato allo stesso tempo, c’è la mano di mia sorella che non mi ha mai lasciata ed è stata presente dal primo istante, ci sono Gisella, Noemi e Simona, le ostetriche del cuore che mi hanno dato in mano gli strumenti per vivere in pienezza la mia nascita e quella di Martino. Vedo Geo, un pochino più distante, a volte in piedi che mi guarda e mi ascolta e mi consiglia come una sorella, vedo Chiara e Daniela le mamme, amiche con cui sono entrata più in connessione, condividendo con loro la tragedia di avere figli scarsamente interessati al sonno. Vedo tante mamme che hanno risposto alle mie domande, anche quelle più cretine.
Vedo gli amici di sempre che spesso non ci hanno compresi ma che in qualche modo non ci hanno mai lasciati. I nonni di Martino che l’hanno amato dal primo secondo, mia mamma che non è a tavola ma c’è, i nuovi incontri, nuove mamme, chi ha avuto parole di conforto e gioia per me e la mia famiglia, Ninailcane e la sua dermatite.
Ho perso il conto dei punti, la foodie vince a mani basse con la madre che vive in me, ma c’è una cosa che ribalta la classifica, l’ultimo punto, quello di chi fa questo poi vince tutto.
Sono in piedi, sono felice e piena di idee per il futuro, sogno un lavoro che incastri Martino nella mia vita e sebbene il sonno mi mangi viva, mi manchi la mia indipendenza, sono qui, non me ne sono andata, ci sono tutti i giorni e tutte le notti, non mollo mai, anche quando penso di non farcela e mi nascondo sotto il cuscino, poi ce la faccio, mi siedo al tavolo e cerco tutti gli sguardi amici. Guardo te Martino e penso che faccio fatica, ancora dopo un anno, a comprendere la mia esistenza così stravolta ma che non tornerei indietro per niente al mondo, neanche per un’intera notte di sonno.
Il tuo primo anno di vita è tutta la tua vita Martino, per te l’augurio di avere sempre la pancia piena di buon cibo e buone cose e al tavolo la migliore compagnia possibile.
Carlotta says
Mi sono sentita bipolare a leggere questo post. A una linea ridevo, all’altra mi commuovevo (la scusa dell’ormone dell’emozione facile vale anche allattando o finisce con la gravidanza?). Grazie a te per condividere il tuo primo anno con Martino e un augurio a lui per un secondo anno intenso al giusto e un pochino più soporifero ;-)
Anna Buganè says
L’ormone cara Carlotta non ci abbandonerà mai più, gravidanza, ciclo, parto, post parto, allattamento, siamo regolate da luna e ormoni, inutile provare a essere diverse.
Martino ringrazia e saluta Oliver. Un abbraccio.
Serena says
Bellissimo!!! Ho i brividi! Non c’è augurio migliore per un figlio, amare il buon cibo è amare la vita. Il cibo è vita! Auguri Martino e auguri a te che festeggi il primo anno da mamma foodie ;)
Serena
Anna Buganè says
Grazie serena, un abbraccio.