Ultimamente mi sono ritrovata a discutere con alcuni amici di un cibo un po’ inconsueto: “cibo per la mente”.
Anna, con il suo immancabile entusiasmo, mi ha subito proposto uno spazio per raccontare questa inusuale degustazione. Ed eccomi qua, emozionata e riconoscente di essere ospitata tra le righe di CucinaPrecaria!
In una delle mie navigazioni di decompressione post-lavorativa,ebbi la fortuna di imbattermi in questo progetto: twitteratura!
Pavese riscritto su twitter, nello specifico “I dialoghi con Leucò”.
Io non mi occupo di letteratura, ne ho sempre goduto passivamente concedendomi letture più o meno impegnative, nelle pause dai miei studi scientifici rivolti alla cura delle persone.
Pura velleità.
A dicembre recuperai dalla mia libreria il sottile volume in questione e dopo aver letto la prima pagina lo misi in letargo sul comodino. Probabilmente è stato lo spirito ludico della faccenda a farmi ricordare l’inizio del progetto, a spingermi a leggere il primo dialogo, ad emettere il primo tweet; un pensiero affiorato alla coscienza con la stessa facilità con cui gli gnocchi vengono a galla una volta cotti.
Iniziato come un gioco, si è trasformato in un appuntamento al quale presentarsi con estrema serietà. Mi piacque l’idea di leggere l’opinione di circa 280 persone che, per 3 mesi di fila, incontravano Pavese assaporando congiuntamente le stesse parole che mi seguivano fedeli nella borsa. Ad un certo punto sembrava che il flusso di tweet avesse prodotto una voce narrante, una sinestesia, tanto da ricordarla come un’esperienza di ascolto più che di lettura.
Una sorta di cerchio rituale che si è ri-conosciuto intorno al mito raccontato da Pavese. Immagine già vista? In versione digitale, forse no.
Indubbiamente se non fosse stato ideato questo progetto io non avrei mai letto “Dialoghi con Leucò”, non avrei percorso i meandri onirici del Mito, risvegliando quei sentimenti atavici che risiedono alla base del midollo spinale innescando moti di commozione alla lettura della parola.
Non rientra nelle mie competenze rispondere alla domanda sulla correttezza nello smembrare e riscrivere un’opera di Pavese, posso però dire che le sue parole rivivono quando racconto ai miei amici perchè la mia pasta madre si chiama Demetra,e di fronte a quesiti esistenziali dei miei pazienti, a volte rispondo raccontando episodi dei dialoghi nel quale poter rispecchiare la loro, la nostra umanità.
Consiglio spassionato: Lunedì 10 Giugno partirà una nuova avventura con gli “Scritti Corsari” di PierPaolo Pasolini, mettete nel vostro fagotto l’hashtag #Corsari e salpate con noi!
Per ulteriori dettagli passate di qui: http://twitteratura.it/progetti/corsari/
- mi trovate su twitter
Gli ideatori del progetto li trovate qui:
- Paolo Costa (PC Giornalismo Media Arte)
- Hassan Bogdan Pautàs (Torino Anni ’10)
- Pierluigi Vaccaneo (Fondazione Cesare Pavese)
Silvia
RaffaellaT says
Ecco come rendere viva una materia abbandonata alla polvere degli scaffali! Grazie ragazze per questa bella condivisione! Non ne sapevo niente di twitteratura e ultimamente, pur amando molto leggere, faccio sempre più fatica a concentrarmi. Confido nei twitt pasoliniani! :))
a presto
Anna Buganè says
confidiamo in tweet corsari!
sarabuga says
e brava silvia!!!! molto bello
Anna Buganè says
vero?bellissimo!