Per il quarto appuntamento con la #sopadodia, un classico delle zuppe, orzo, fagioli, zucca e porri :-)
Può un cibo essere di conforto e consolazione?
Sicuramente sì, quando sono felice, triste, allegra, depressa, da sola o in compagnia, penso al cibo, a come potrebbe aiutarmi, se ho bisogno di qualcosa da spiluccare in fretta davanti al frigo, sdraiata sul divano guardando la tv, se invece ho voglia di una tavola apparecchiata a modino con portate preparate con lentezza e cura.
Il cibo cura il corpo e cura lo spirito, i cuori spezzati, le teste che frullano, i nervi tesi, gli intestini irritabili e i colon incazzati.
Sento spesso parlare di comfort food, cibo dell’anima e altre diavolerie moderne che non fanno altro che tradurre in parole un bisogno che arriva dritto dalla pancia o forse direttamente dal cuore.
Mia mamma mi diceva: “ogni tanto bisogna mangiare qualcosa di liquido”,il suo modo insindacabile per annunciare che quella sera si sarebbe mangiato minestra, zuppa o altre robe galleggianti.
Non sono stata una bambina tanto originale e come la maggioranza dei nani non ho mai apprezzato le brodaglie, ma non avevo scelta e me le mangiavo lo stesso.
Diventando grande invece ho cominciato a sentire il mio corpo che effettivamente mi chiede di tanto in tanto “liquido”, quel gusto caldo e avvolgente che solo una zuppa o una minestra ti può regalare.
Questa zuppa vi sia di conforto e consolazione nei vostri momenti liquidi, quelli in cui sentite sciogliervi, senza consistenza.
Il cibo cura, con il tempo.
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Ingredienti per 3 persone
- 250 gr di orzo perlato
- 1 cipolla media
- 1 carota
- zucca
- 1 confezione di fagioli in scatola (già cotti)
- 1 porro
- avanzi di verdure
- dado vegetale
- olio
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Procedimento
Sminuzzate le carote, il sedano e il porro e fateli soffriggere leggermente (io uso il brodo al posto dell’olio, quindi appassiscono), in un secondo momento aggiungete la zucca tagliata a pezzettini e i fagioli (eventualmente altre verdure a scelta) e lasciate insaporire per una decina di minuti.
Aggiungere il farro e fatelo leggermente tostare, ricoprite tutto con il brodo vegetale e lasciare cuocere per circa 30-40 minuti (a seconda del tempo di cottura del farro).
Prima di servire aggiungete del rosmarino e un filo d’olio.
Imparando si sbaglia
Preferisco tagliare tutta la verdura piccolissima per scongiurare la visione di pezzettoni calleggianti di verdura nel brodo.
Per il motivo di cui sopra faccio assorbire molto bene il brodo della zuppa, servendola praticamente asciutta (una bambinaccia che non vuole mangiare la minestra).
Dubbi esistenziali, la verdura-legumi in scatola non sono di stagione, voi come fate? Per questioni di tempo e di convenienza economica mi faccio sempre la scorta di “scatolame” di legumi per la dispensa.
Anche per voi sono un punto fermo, un cuscinetto morbido salva-fame, salva-tasche, salva-salute?
Marta says
Se devo pensare a un cibo-coccola per la stagione fredda penso sicuramente a una zuppa. Anche a me piacciono piuttosto ristrette, mi ricordano quelle della mia nonna! Mi piacciono in tutti i modi, speziate e non, col peperoncino se ho bisogno di un po’ di zing, con tantissimi ingredienti o solo tre! Che meraviglia il mondo delle zuppe, è così versatile, eguagliabili solo alle polpette!
Io preferisco i legumi secchi a quelli in scatola, anche se richiedono un procedimento lungo di preparazione (di solito bisogna metterli in ammollo la sera prima), in alternativa li prendo surgelati, al supermercato si trovano facilmente (soprattutto i fagioli borlotti).
A presto!
Marta
Antonella says
Scuss! dovevo commentare qui, non su fb!! per i legumi in genere li compro bio da un’azienda qui vicino (sono buonissimi) ma dato che a volte le voglie e le necessità non collimano coi tempi di attuazione, ne tengo anche in scatola. A volte però, ne ho cucinati troppi e ho provato a surgelarli: non sono malvagi nemmeno quelli, sopratutto se poi li metti in una zuppa o li passi. I ceci cotti resistono meglio dei fagioli cotti alla surgelazione (le lenticchie si autodistruggono). Ho provato invece a surgelare i fagioli freschi, ma non mi ha soddisfatto. Surgelare i fagioli secchi, anche solo per 48 ore, serve a scongiurare il pericolo “vermino”, me lo ha insegnato un produttore dei famosi fagioli di Sarconi. :)