Ho chiesto a Cinzia un post e lei mi ha regalato una storia, il racconto di un sogno che diventa realtà, un viaggio che l’ha portata alla fine del mondo, e proprio alla fine, sul bordo, ha trovato una torta al cioccolato.
Questo post è un regalo per voi che mi leggete, dalle parole di Cindy, una blogger che amo e invito tutti voi a conoscere, dove? acasadicindy!
Innanzi tutto, grazie.
Grazie Anna per avermi chiesto di scrivere per uno dei miei foodblog preferiti, di cui amo la freschezza e la semplicità e a cui devo una ricetta per la marmellata di pesche da sbattersi per terra. Grazie davvero. Quando Anna mi ha chiesto una storia e una ricetta per questo blog, ho subito accettato con entusiasmo. E’ un onore per me essere qui, davvero. Poi mi sono detta: “E adesso cosa scrivo?”. Io che scrivo per un foodblog? Una mia ricetta? Se l’avessi detto ad alcuni amici, anni fa, sarebbero – letteralmente – morti dalle risate. Certo, anni e avvelenamenti vari dopo, la mia abilità in cucina è cresciuta, ma lungi da me dire di saper cucinare. E poi ci voleva una ricetta con una storia, mica una qualsiasi. Mannaggia, mi sono scervellata per giorni. Poi, del tutto casualmente, avevo del latte da finire in frigo e mi è venuta in mente questa ricetta. E la sua storia.
Dovete sapere che ho sognato la Patagonia per anni. Ho sognato di viaggiare lungo le polverose strade argentine fino a raggiungere la fine del mondo, facendo culminare il sogno con l’arrivo a Ushuaia, la città più australe della terra. Sarà che mi faccio facilmente affascinare da certe definizioni e che mi innamoro spesso dei nomi delle città prima ancora di averle viste, ma Ushuaia ha riempito i miei pensieri per un sacco di tempo. Sarà che spesso, per mia fortuna, i sogni si realizzano e quindi io Ushuaia l’ho vista sul serio. Tre settimane di viaggio in Argentina spese ad aspettare di arrivare al fin del mundo. Non vi dico l’emozione quando ci sono arrivata. Non riesco neppure a descriverla.
Visto che la realtà molto spesso è persino più bella dei sogni, il mio soggiorno a Ushuaia è coinciso con il mio compleanno. Non contenta di aver già realizzato una decina di sogni tutti insieme, volevo celebrarlo al meglio e ho deciso che era il caso di prendersi una pausa dagli ostelli nei quali eravamo soliti dormire. Volevo un posto speciale, in quel luogo così desiderato. Non un albergo a mille stelle, sia chiaro, ma un posto speciale. E il posto speciale che abbiamo scelto si chiamava Macondo House, una casa in legno nella parte alta di Ushuaia, dalla quale si può ammirare tutta la baia. Ushuaia è una città tutta in salita (o tutta in discesa, a seconda di quanto siete ottimisti) e la vista dall’alto toglie veramente il fiato: una luce abbagliante anche quando non c’è il sole, il canale di Beagle davanti, il porto con i gabbiani svolazzanti, le montagne innevate alle spalle e una distesa infinita di case colorate.
In questo alberghetto incantevole, lassù in alto, c’era la piacevolissima abitudine di offrire agli ospiti il tè delle cinque. Ci si sedeva sui divani del soggiorno, si guardava la luce cambiare sulla baia e ci si preparava all’esplosione del tramonto sorseggiando tè inglese e dolci fatti in casa. Ed è proprio lì, sul quel divano alla fine del mondo, che ho mangiato la torta di cioccolato perfetta. Un magico equilibrio di cacao e zucchero, di morbidezza e friabilità. Non una torta al cioccolato ricca e impegnativa, ma una semplice, piacevole torta da mangiare a colazione oppure con il tè. Sono tornata a casa con la ricetta in tasca, scritta a mano su un foglietto che conservo ancora oggi.
Appena arrivata nella mia cucina, ho subito provato a replicare la ricetta. Un disastro. Le dosi mi erano state date in cups, secondo l’abitudine americana, e io avevo cercato in Internet la conversione, applicandola alla ricetta. Ripeto, un disastro. Credo di aver sbagliato clamorosamente le dosi, non so, sicuramente il risultato era pessimo. Che delusione! E allora ho appeso il foglietto al frigo, considerandolo un souvenir prezioso, senza mai riprovare a cucinare quella torta così buona, quasi preferissi non sciupare il ricordo. Come spesso mi capita, del tutto casualmente, a distanza di anni mi sono decisa a comperare dei misurini per le cups americane e ho deciso di ritentare, per un’ultima volta. Miracolosamente, ho ritrovato quella torta del tè al fin del mundo. Mangiarla è quasi come tornare là.
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Ingredienti
(per le dosi ho usato un misurino per cups acquistato su Ebay e ho pesato gli ingredienti per voi)
- 2 tazze di farina 00 (320 gr)
- 1 tazza di zucchero (220 gr)
- 1 bustina di lievito per dolci
- 1 tazza di cacao amaro (100 gr)
- 1 tazza scarsa (150 ml) di olio di semi di mais
- 1 tazza (225 ml) di latte
- 3 uova
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Procedimento
Mescolare gli ingredienti secchi (farina, zucchero, lievito e cacao). A parte sbattere le uova con una forchetta e aggiungervi latte e olio, mescolando per bene. Unire il composto liquido a quello secco e amalgamare, mescolando brevemente. Versare l’impasto in una teglia (io ne uso una da 26 cm) e cuocere a 180° per circa 40 minuti.
ps Tutte le foto appartengono a Cinzia neh!
Cinzia says
Grazie ancora per l’onore di scrivere su questo blog!
Cinzia
naza says
che bontà! io sono un’amante delle torte al cioccolato, e solitamente faccio la tenerina, che però prevede il burro. la prossima volta proverò questa!
complimenti per il blog !
Anna Buganè says
anche io non vedo l’ora di provarla…se penso da dove arriva :-)
aggiorniamoci sul risultato!
grazie
francesca rognone says
Io l’ho preparata ieri e ti assicuro che mi sembrava quasi di essere là e, visto che non ci andrò mai, non è cosa da poco.Questa torta è di una bontà disarmante e la semplicità di esecuzione toglie ogni indugio a prepararla.
Anna e Cinzia siete fantastiche; proprio le figlie che ogni mamma vorrebbe avere…… :)