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Rabaton alla crema di Robiola di Roccaverano -Monferrato2taste-

03/12/2012 by Anna Buganè 6 Comments

Il Monferrato continua ad essere una scoperta sorprendente, soprattutto in cucina, dove ai classici piatti della tradizione piemontese si aggiungono e combinano ingredienti della vicina Liguria.

Come già annunciato in questo post,non posso raccontare di un’esperienza culturale come il #Monferrato2taste senza passare per la cucina; ho quindi  preparato una ricetta precaria tipica di Alessandria, composta da ingredienti poveri ma ricca di sapore, i Rabaton.

Gustosi e di facile e rapida esecuzione , i Rabaton sono sostanzialmente dei gnocchi di verdura, fatti passare o meglio rabatatati (rotolati) nella farina, lessati nel brodo e serviti gratinati nel forno.

Nella forma i Rabaton ricordano una crocchetta allungata e prendono il nome dal dialetto “rabatà” gesto che si compie schiacciando ed arrotolando con le mani, una pallina di impasto fino a raggiungere le dimensioni di un mezzo sigaro.

Rispetto alla ricetta originale che prevede di gustare i Rabaton lessati o gratinati, io ho aggiunto una cremina semplice di Robiola di Roccaverano, altro prodotto di pregio del Monferrato, nonchè un formaggio dal gusto meraviglioso.

Cari precari questa è una ricetta che vi farà fare un figurone, potete preparare l’impasto il giorno prima, mettendo tutti gli ingredienti in un mixer, la forma è facile da riprodurre, il tempo da dedicare sarà veramente poco. Una sbollentata nel brodo, una gratinata e avrete pronto un primo piatto gustoso, originale, economico e veloce.

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Ingredienti per circa 15 Rabaton

  • 300 gr di spinaci o biete o erbe selvatiche commestibili
  • 200 gr di ricotta
  • 2 uova
  • parmigiano a gusto
  • pangrattato a gusto
  • sale
  • noce moscata
  • farina
  • dado vegetale
  • burro
  • Robiola di Roccaverano

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Procedimento

Mondare e lavare gli spinaci (o erbette varie), lessarli, strizzarli bene per eliminare l’acqua in eccesso, una volta raffreddati metterli nel mixer insieme alla ricotta, uova, parmigiano, pangrattato, sale e noce moscata.

L’impasto deve risultare compatto e non liquido.

Formare i Rabaton e rabatarli nella farina che dovrà essere completamente assorbita dall’impasto, lessarli per alcuni miniti (5-6) finchè non “vengono su”, scolarli e metterli in una teglia con burro e parmigiano e gratinare fino a doratura in forno a 180°.

Far sciogliere qualche fetta di Robiola di Roccaverano con un poco di latte e condire i Rabaton.

Serviteli caldi e felici.

Sbagliando di impara

Non ci sono grosse difficoltà, basta stare attenti alla consistenza dell’impasto che deve essere sodo e compatto.

Se non avete un mixer tritate la verdura a coltello e aggiungete gli altri ingredienti poco alla volta, aggiustando man mano con il parmigiano.

Quando cucinate assaggiate sempre, sarà il modo più veloce ed efficace per capire se siete sulla strada giusta del gusto (quindi non fissatevi sempre e troppo sulle dosi degli ingredienti, naso e occhio non mentono).

Ma poi che bel nome è Rabaton? :-DD

Per le dosi e il procedimento ho liberamente tratto ispirazione da questa ricetta.

05 - Il piatto finito
05 – Il piatto finito
03 - Rabaton con crema di Robiola di Roccaverano
03 – Rabaton con crema di Robiola di Roccaverano
02 - Gratinati in forno con burro e parmigiano
02 – Gratinati in forno con burro e parmigiano
01 - Rabaton
01 – Rabaton

Filed Under: Pasta fresca, Primi, Ricette precarie Tagged With: brodo, dado, foodblogger, monferrato, rabaton, ricotta, risparmio, robiola di roccaverano

Comments

  1. Ale-ricettedicultura says

    03/12/2012 at 12:05

    Sono bellissimi!!! :D

    Rispondi
    • Anna Buganè says

      19/12/2012 at 21:44

      jiji!

      Rispondi
  2. luca vola says

    10/12/2012 at 10:30

    (riferito anche al post precedente), che bello sentire parlare del monferrato, della sua cucina e della sua cultura (colture) legati alle storie delle persone. sarebbe meraviglioso che chiunque, cucinando o andando al mercato, pensasse alle storie delle persone che stanno dietro ad ogni singolo frutto, ortaggio o bottiglia di vino che sia. il rilancio dell’agricoltura passa di qua, da questo rapporto riscoperto tra la terra, l’uomo e il consumatore; voi meravigliose food bloggers potete esser/ci molto d’aiuto. l’agricoltura è un’arte meravigliosa, tramandata di generazioni, frutto di pazienza, costanza, esperienza e molto fatica, frutto di attenzione al clima, alle gelate, alle temibili brinate tardive, alle fasi lunari; se poi in tavola aggiungiamo anche l’amore e la passione di chi ha cucinato, allora ecco che ci si presenta davanti non solo un succulento piatto, ma una vera e propria fetta di cultura, storia e tradizione (precaria) piemontese e non. grazie anna!

    Rispondi
    • Anna Buganè says

      19/12/2012 at 21:44

      luca, tu sei illuminante…dovremmo proprio creare un flusso tra la tua esperienza e passione e questo blog! ce la faremo..hai molto da dire e il tuo vissuto testimonia quello che hai nel cuore.

      Rispondi
  3. panelibrienuvole says

    09/10/2013 at 10:57

    Uhm, sembrano gustosissimi, perfetti da gustare caldi fumanti…e si possono anche preparare in anticipo! ottimi!
    Alice.

    Rispondi
    • Anna Buganè says

      09/10/2013 at 11:02

      la prima volta li ho preparati in una pausa pranzo, non ti dico la goduria :-)

      Rispondi

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